The Foolish Weaver
(MP3;04'35'')
Once a weaver, who was in want of work, took service with a certain farmer as a shepherd.
The farmer, knowing that the man was very slow-witted, gave him most careful instructions as to everything that he was to do.
Finally he said: 'If a wolf or any wild animal attempts to hurt the flock you should pick up a big stone like this' (suiting the action to the word) 'and throw a few such at him, and he will be afraid and go away.' The weaver said that he understood, and started with the flocks to the hillsides where they grazed all day.
By chance in the afternoon a leopard appeared, and the weaver instantly ran home as fast as he could to get the stones which the farmer had shown him, to throw at the creature. When he came back all the flock were scattered or killed, and when the farmer heard the tale he beat him soundly. 'Were there no stones on the hillside that you should run back to get them, you senseless one?' he cried; 'you are not fit to herd sheep. To-day you shall stay at home and mind my old mother who is sick, perhaps you will be able to drive flies off her face, if you can't drive beasts away from sheep!'
So, the next day, the weaver was left at home to take care of the farmer's old sick mother. Now as she lay outside on a bed, it turned out that the flies became very troublesome, and the weaver looked round for something to drive them away with; and as he had been told to pick up the nearest stone to drive the beasts away from the flock, he thought he would this time show how cleverly he could obey orders. Accordingly he seized the nearest stone, which was a big, heavy one, and dashed it at the flies; but, unhappily, he slew the poor old woman also; and then, being afraid of the wrath of the farmer, he fled and was not seen again in that neighbourhood.
All that day and all the next night he walked, and at length he came to a village where a great many weavers lived together.
'You are welcome,' said they. 'Eat and sleep, for to-morrow six of us start in search of fresh wool to weave, and we pray you to give us your company.'
'Willingly,' answered the weaver. So the next morning the seven weavers set out to go to the village where they could buy what they wanted. On the way they had to cross a ravine which lately had been full of water, but now was quite dry. The weavers, however, were accustomed to swim over this ravine; therefore, regardless of the fact that this time it was dry, they stripped, and, tying their clothes on their heads, they proceeded to swim across the dry sand and rocks that formed the bed of the ravine. Thus they got to the other side without further damage than bruised knees and elbows, and as soon as they were over, one of them began to count the party to make sure that all were safe there. He counted all except himself, and then cried out that somebody was missing! This set each of them counting; but each made the same mistake of counting all except himself, so that they became certain that one of their party was missing! They ran up and down the bank of the ravine wringing their hands in great distress and looking for signs of their lost comrade. There a farmer found them and asked what was the matter. 'Alas!' said one, 'seven of us started from the other bank and one must have been drowned on the crossing, as we can only find six remaining!' The farmer eyed them a minute, and then, picking up his stick, he dealt each a sounding blow, counting, as he did so, 'One! two! three!' and so on up to the seven. When the weavers found that there were seven of them they were overcome with gratitude to one whom they took for a magician as he could thus make seven out of an obvious six.
From the Pushto.
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Il tessitore sciocco
C’era una volta un tessitore in cerca di lavoro che si mise a servizio di un certo contadino come pastore.
Il contadino, sapendo che l’uomo era ottuso, gli dette le più accurate istruzioni affinché tutto fosse fatto come si doveva.
Infine disse. “Se un lupo o un altro animale selvatico tenta di far del male al gregge, tu dovrai prendere una pietra grossa come questa (facendo seguire il gesto alle parole) e gettargliene un po’ così si spaventerà e scapperà.” Il tessitore disse che aveva capito e partì con il gregge per il pendio della collina sul quale pascolarono tutto il giorno.
Per caso di pomeriggio comparve un leopardo e il tessitore corse subito a casa più in fretta che poté a prendere le pietre che il contadino gli aveva fatto vedere, per gettarle contro l’animale. Quando tornò, tutto il gregge era stato disperso o ucciso e quando il contadino sentì la notizia, lo picchiò di santa ragione. “Non c’erano pietre sul pendio della collina perché tu dovessi correre indietro a prenderle, stolto che non sei altro?” gridò; “Non sei adatto a tenere un gregge di pecore. Oggi resterai a casa e baderai alla mia vecchia madre che è malata, forse sarai capace di allontanarle le mosche dal viso, se non hai saputo allontanare le bestie dalle pecore!”
Così il giorno seguente il tessitore fu lasciato a casa a prendersi cura della vecchia madre malata del contadino. Siccome giaceva su un letto all’aperto, allontanare le mosche era davvero faticoso e il tessitore si guardò attorno in cerca di qualcosa per scacciarle; e siccome gli era stato detto di prendere le pietre più vicine per cacciare via le bestie dal gregge, pensò che stavolta avrebbe dimostrato quanto abilmente avrebbe obbedito agli ordini. Quindi afferrò la pietra più vicina, che era grande e pesante, e la scagliò contro le mosche; sfortunatamente uccise anche la povera vecchia; allora, timoroso della collera del contadino, fuggì e non lo si vide più da quelle parti.
Camminò tutto il giorno e la notte seguente, e alla fine giunse in un villaggio in cui vivevano insieme moltissimi tessitori.
”Benvenuto,” gli dissero: “mangia e dormi perché domani sei di noi andranno in cerca di nuova lana da tessere e ti preghiamo di accompagnarci.”
”Volentieri.” Rispose il tessitore. Così il mattino seguente i sette tessitori si apprestarono ad andare nelil villaggio in cui avrebbero potuto comprare ciò che volevano. Lungo la strada dovettero attraversare un burrone che più tardi sarebbe stato pieno d’acqua, ma che in quel momento era completamente asciutto. In ogni modo i tessitori erano abituati ad attraversare a nuoto il burrone; perciò, incuranti del fatto che in quel momento il burrone fosse asciutto, si spogliarono e, reggendo gli indumenti sulla testa, passarono attraverso la sabbia asciutta e le rocce che formavano il letto del burrone. Così arrivarono dall’altra parte senza ulteriori danni che ginocchia e gomiti ammaccati, e appena furono oltre, uno di loro cominciò a contare il gruppo per essere sicuro che tutti fossero sani e salvi. Contò tutti tranne se stesso e allora gridò che uno si era perso! Ciò fece si che si contassero l’un l’altro, ma ciascuno faceva il medesimo errore di contare tutti tranne se stesso così divennero certi che uno del gruppo si fosse perso! Allora corsero su e giù lungo il margine del burrone, torcendosi le mani con angoscia e cercando tracce del loro compagno. Un contadino li trovò e chiese loro che cosa fosse successo. “Ahimè!” disse uno, “sette di noi sono partiti dall’altra riva e uno deve essere annegato nella traversata, perché ci sono solo sei superstiti!” Il contadino li guardò per un minuto e poi, afferrando il bastone, dette a ognuno un sonoro colpo, contando “Uno! Due! Tre!” e così via fino a sette. Quando i tessitori scoprirono di essere in sette, furono colmi di gratitudine verso colui che ritenevano fosse un mago, visto che aveva potuto renderli in sette essendo ovviamente in sei.
Dall’Afghanistan
(traduzione dall'inglese di Annarita Verzola)
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